Monte Romano con i suoi 863 metri è la vetta più alta all’interno del territorio di Terracina in “comproprietà” con Sonnino e Monte San Biagio. Monte Romano è anche il nome della frazione di Sonnino a circa 650 metri sul livello del mare e località prescelta per chi vuole avvicinarsi il più possibile alla vetta utilizzando una strada asfaltata. Il comprensorio di Monte Romano a cui aggiungiamo anche la frazione di Case Murate è collegato a Terracina e Sonnino da quattro sentieri: uno raggiunge Valle Fasana sulla strada per la Fonte di Santo Stefano passando ad ovest della vetta di Monte Acquasanta; un altro arriva a Cascano da Case Murate; il sentiero 933 del CAI che porta a Sonnino e infine quello che lo collega a Campo Soriano. Quest’ultimo è il sentiero numero 932 del CAI e che descriveremo in queste note.
Il punto di partenza per qualsiasi approccio al trail è l’incrocio tra la strada asfaltata che porta alla frazione di Monte Romano e tre strade sterrate. Questo è riconoscibile anche per la presenza di una grossa tabella recante in nome della località. La strada sterrata in direzione est porta a Sonnino; quella in direzione ovest in una proprietà privata; la terza, in direzione sud-est più o meno nella stessa direzione della asfaltata, è quella che interessa a noi.
La versione più completa del trail parte dalla vetta di Monte Romano che deve essere necessariamente raggiunta a spinta. Per arrivarci seguiamo la strada sterrata per 900 metri circa fino a che questa non ne incrocia una seconda sulla sinistra. Per raggiungere la vetta deviamo per la strada incrociata altrimenti, per la versione più breve del trail, continuiamo sulla strada attuale fino alla fine di questa.
Il percorso che porta alla vetta passa su una cresta che fungeva da confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilia, lungo il nostro avvicinamento incontreremo due cippi che segnavano questo confine. Dal primo cippo in poi siamo sul sentiero 932 del CAI. Ora abbiamo due possibilità: raggiungere la cima di Monte Romano, in tal caso dobbiamo proseguire in direzione sud-est lungo la cresta seguendo i segni CAI; oppure iniziare la discesa seguendo il sentiero dalla parte opposta ovvero in direzione sud-ovest.
La prima parte della discesa che porta dalla vetta fino alla zona aperta in cresta è caratterizzata da rocce affioranti, spesso taglienti e comunque su fondo molto sconnesso di difficile interpretazione. Meglio evitare se non si hanno delle buone capacità trialistiche. Dai cippi in poi la storia cambia decisamente, si comincia con un sali e scendi tra zone aperte e boscose su fondo quasi sempre compatto e scorrevole tranne brevi tratti piuttosto sporchi o rilanci su lastroni fisicamente e tecnicamente provanti. Continuando in questo modo si arriva sul lato est della Ripa di Cascano lì dove si immette la versione breve del trail. Da questo punto in poi il sentiero diventa decisamente più pulito forse perché più battuto e curato.
Dopo un primo tratto pedalato si traversa una piccola radura delimitata da un muro a secco che deve essere superato utilizzando un comodo varco. Da qui inizia una discesa continua lungo il costone nord-ovest denominato Ripa di Cascano. Questa presenta lunghi tratti molto scorrevoli (soprattutto nella parte alta) intervallati da un paio di rock garden molto impegnativi. I 400 metri che portano ad incrociare la strada asfaltata invece sono caratterizzati da tornantini molto stretti e ravvicinati su gradoni e lastroni che mettono a dura prova le doti di guida.
Giunti sulla strada asfaltata, Via Calanche, abbiamo tre possibilità. Una proprio di fronte a noi sembra la naturale prosecuzione del sentiero che abbiamo appena lasciato traverserà ancora una volta Via Calanche per terminare su via Campo Soriano. Per gli altri due dobbiamo risalire brevemente la strada asfaltata. Quello più a monte è il famigerato Venghi Dotto’: gradoni (o meglio muri), curve strettissime, spazi di manovra risicatissimi all’interno di una sorta di canyon che ci conduce alle spalle della “Cattedrale” di Campo Soriano. Il tripudio del trial. Quindi meglio lasciar stare se non si ha completa padronanza delle tecniche trialistiche e controllo della bici perfetto.
Da Campo Soriano, se non ne abbiamo abbastanza, possiamo raggiungere Terracina con il trail 3 Pozzi o il più tranquillo Francolane. Invece se vogliamo cimentarci con un’altra salita impegnativa potremmo raggiungere la Fonte di Santo Stefano da dove partono i trail Mammolini e il più recente Poiana.
Concludiamo con una osservazione che riguarda il raggiungimento della frazione Monte Romano da Terracina. Come detto questa è collegata da una comoda strada asfaltata ma, da Terracina, piuttosto lunga e noiosa. Per questo suggeriamo di utilizzare il sentiero che porta a Case Murate passando per Cascano. La salita non è pedalabile ma dopo circa 30 minuti di bici a spinta siamo su.
Dati tecnici
- Lunghezza. 4300 metri per il percorso dalla vetta (percorso lungo); 3100 metri dal cippo n. 20 (percorso medio); 2400 metri solo per la Ripa di Cascano (percorso corto).
- Dislivello negativo. 511 metri per il percorso lungo; 377 metri per il percorso medio; 343 metri per il percorso corto.
- Dislivello positivo. 24 metri per il percorso lungo; 20 metri per il percorso medio e corto
- Conformazione. Molto variabile: rocce ferme appuntite verso la vetta; aperto e compatto con pietre sparse lungo la cresta; lastroni e sassi smossi dopo il cippo n. 20; piuttosto compatto con brevi tratti rocciosi nel bosco; roccioso stabile con gradoni e lastroni di pietra nell’ultima parte.
- Difficoltà: Prevalentemente S1 e S2 con un lungo S3 e qualche S4. Se si parte dalla vetta o dal cippo n. 20 i tratti con difficoltà maggiori aumentano. La variante Venghi Dotto’ è S5 quasi ovunque.