Periodicamente viene riproposta su fonti più o meno attendibili l’eterna polemica sull’utilizzo della mountain bike sui sentieri di montagna, quella che poi affrontiamo all’italiana ovvero dividendoci tra Guelfi e Ghibellini, tra chi dice di chiudere tutto e che se ne vadano nei bike park e chi dice invece no, la montagna è di tutti quindi me frego e faccio quello che mi pare. Ma che dice il Club Alpino Italiano (CAI) in proposito? Ma prima ancora che cos’è il CAI?
Il CAI è la più grande e prestigiosa associazione italiana di alpinismo ed escursionismo. Tra le tante attività il CAI cura la manutenzione e la segnaletica dei sentieri e mantiene un Catasto Sentieri acquisito dalle Regioni e parte integrante della rete sentieristica dei parchi e delle aree protette. Per noi che andiamo in montagna trovare i caratteristici segni bianchi e rossi che identificano i sentieri CAI è sempre confortante e rassicurante!
E a proposito di mountain bike, cosa dice il CAI? Dice e come, ed in maniera molto netta. Lo scopo di questo articolo è proprio riassumere il punto di vista del CAI rispetto all’utilizzo del mezzo mountain bike sui sentieri di montagna. La fonte è il Quaderno n. 11 dell’escursionismo pubblicato, insieme agli altri, qui.
Innanzi tutto si, è possibile utilizzare la mountain bike su sentieri di montagna per la pratica del cicloescursionismo: vale a dire praticare l’escursionismo utilizzando la mountain bike come mezzo principale o in attività miste dove si usa la bici per l’avvicinamento ad una via ferrata, ad una grotta o ad una via alpinistica. Viene inoltre sottolineato come anche il cicloaplinismo altro non è che una forma più impegnativa di cicloturismo praticato a quote più elevate, su percorsi più tecnici (rispetto alla guida di una mountain bike) che impongono lunghi tratti di portage (bici a spinta) purché venga praticato su tracciati esistenti. “Frequentare, conoscere, amare e tutelare l’ambiente, in particolare quello montano: ecco lo scopo delle atitvità del CAI. Questo è possibile anche con la bicicletta” (Q11, pag 8).
Nella citazione precedente abbiamo sottolineato la parola “con”, fondamentale in questo ambito perché limita il ruolo della bicicletta a semplice strumento. Il passaggio successivo è fondamentale e lo citiamo per intero.
Siamo di fronte a due entità: la bicicletta e la montagna. Se il fine è la bicicletta, inevitabilmente la montagna diventa un mezzo da usare, da sfruttare per raggiungere il proprio scopo: la si trasforma in un luna-park. La bici costituisce il fine quando è divertimento fine a se stesso, tecnicismo o atletismo narcisistico o agonistico. Ma se l’attenzione è tutta per la bicicletta, rischia di venir meno l’attenzione per l’ambiente. Nel CAI ci è invece caro il concetto opposto: il nostro fine è la montagna, la sua frequentazione, la sua conoscenza, e la bici è lo strumento, uno dei tanti che ci permettono di andarvi: riprendendo un’espressione di Annibale Salsa, lo spirito del cicloescursionista è lo stesso di chi pratica l’escursionismo avvalendosi di protesi tecniche come le racchette da neve, gli scarponi o gli sci.
(Q11, pag 8-9)
Quindi il problema non è mountain bike si o mountain bike no e nemmeno mountain bike dove ma piuttosto è mountain bike come. Deve essere consentito il transito delle biciclette sui sentieri per le attività cicloescursionistiche e non per quelle ludico agonistiche. Quindi non si dice no all’uso a prescindere della mountain bike sui sentieri ma si “sposta il discorso dal piano tecnico a quello etico”. Ovvero non bisogna cercare una definizione formale del tipo di percorso sul quale consentire l’utilizzo della bicicletta ma bisogna individuare delle regole da applicare su tutti i percorsi, sentieri inclusi, che garantiscano la sicurezza e la serena convivenza di tutti i fruitori della montagna.
Questo ha portato da parte del CAI alla definizione di un codice di autoregolamentazione del cicloescursionista e l’introduzione di una scala delle difficoltà cicloescursionistiche dei sentieri che ne formalizza le caratteristiche tecniche utili per affrontarlo con maggior sicurezza.
Codice di autoregolamentazione CAI
Tale codice si compone di regole ambientali, tecniche e di sicurezza con tratti comuni ad altri codici omologhi come il codice NORBA e le Regole del Sentiero dell’IMBA. Riportiamo tali norme per intero.
Norme ambientali
1. I percorsi sono scelti in funzione di tracciati e/o condizioni ambientali che consentano il passaggio della mtb senza arrecare danno al patrimonio naturalistico; evitare di uscire dal tracciato.
2. Le tecniche di guida devono essere ecocompatibili, evitando manovre dannose quali, ad esempio, la derapata (bloccaggio della ruota posteriore).
3. Non fa parte della filosofia CAI servirsi d’impianti di risalita o di mezzi meccanici e poi usare la mtb solo come mezzo di discesa (il downhill è estraneo allo spirito del CAI).
Norme tecniche
4. Il mezzo in uso deve essere in condizioni meccaniche efficienti.
5. L’abbigliamento, l’attrezzatura e l’equipaggiamento devono essere adeguati al percorso da affrontare.
6. Il casco deve sempre essere indossato ed allacciato.
Norme di sicurezza
7. La velocità di conduzione deve essere commisurata alle capacità personali, alla visibilità ed alle condizioni del percorso, in modo da non creare pericolo per sé e per gli altri.
8. Occorre sempre dare la precedenza agli escursionisti a piedi, che devono essere garbatamente avvisati a distanza del nostro arrivo, a voce o con dispositivo acustico.
9. La scelta dei percorsi deve tenere conto delle personali capacità fisiche, tecniche ed atletiche.
Il CAI precisa che alcune delle norme elencate non sono altro che applicazioni di norme di carattere più generale derivate ad esempio dal codice della strada (norme di sicurezza) o dai regolamenti dei parchi e delle aree protette (norme ambientali). Ad esempio nella regola 7 si riprende l’articolo 141 del CdS e nella 8 l’articolo 182 dello stesso codice. Altre regole sono meramente di buon senso (le norme tecniche e la 9). La più controversa è la 3 sull’utilizzo della bici solo per la discesa. Questa è di tipo squisitamente etico-filosofico (come enfatizzato dal CAI stesso) e va intesa come una linea guida che il CAI fornisce ai propri soci.
Concludendo, quello che emerge è che nessuno ci vieta di percorrere i sentieri di montagna con la mtb e quindi non dobbiamo sentirci dei trasgressori. Inoltre rispettare le norme introdotte dal CAI ci mette al riparo da eventuali contestazioni mosse da parte di altri fruitori dei sentieri poco inclini alla condivisione. Per quanto riguarda le discipline sportive come downhill ed enduro queste non sono vietate purché si rispetti il codice della strada… ovvero le regole 7 e 8 del codice CAI. E se vogliamo provare il brivido della velocità senza preoccupazioni? Una bella giornata al bike park!